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Terremoto

Terremoto

bronzo

34 x 14 x 17 cm

1945

n. inv. 56

Quando la terra trema sotto i piedi, lo sgomento è talmente forte da superare qualsiasi raziocinio, qualsiasi altro pensiero che non sia quello di scappare e trovare rifugio in un intorno che crolla. La scultura di Crocetti palesa esattamente quel terrore, quell’ansia di raggiungere un ricovero saldo: una donna è raffigurata nell’atto di mettere in salvo due bambini che porta sulle spalle mentre incede dinoccolata a gran passo gridando con la bocca spalancata.

Come nell’Incendio del 1935 (n. inv. 11), anche in questa scultura la concitazione del momento si palesa nell’afferrare i corpi degli infanti come se fossero oggetti, tanto che il bambino di sinistra è sottosopra tra il braccio e la spalla della donna.

La sensibilità plastica dell’artista si rivela nella scelta di non dettagliare il volto e le membra dei fanciulli: durante il terremoto, le fisionomie sono indistinguibili, non c’è tempo per riconoscere le sembianze, tutto si fa confuso nell’urgenza di scappare.

L’articolazione del bronzetto è costruita sul senso della perdita dell’equilibrio: il passo è incerto, le membra della donna formano una doppia curva, sia frontalmente, con le spalle piegate contrariamente al movimento dei fianchi e la testa girata da un lato, sia lateralmente, con la schiena che si piega in avanti mentre il collo portato in alto come se il grido potesse uscire più potente dalla gola.

L’intera forma è instabile, contraddizione scultorea resa ancor più efficace dalle masse dei corpi che si concentrano in alto sorretti dai soli piedi, risultato evidente di uno straordinario studio anatomico e materico.