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Sibilla

Sibilla

bronzo

190 x 45 x 45 cm

1998

n. inv. 88

L’antica raffigurazione della Pudicizia, d’origine romana, è in questa scultura declinata per la rappresentazione di una Sibilla, l’antica profetessa, in genere devota al dio Apollo, che dispensava chi ne facesse richiesta di vaticini dall’ambigua comprensione.
Il corpo sorretto da una sola gamba in tensione, la mano destra portata al viso e l’avanbraccio sinistro poggiato sul busto a sostenere l’arto opposto, sono caratteristiche della tipologia figurativa dell’antica rappresentazione della Pudicizia (si confronti a tal proposito l’esemplare conservato presso il Braccio Nuovo dei Museo Vaticani): in effetti, nel mondo greco-romano le sibille erano anche simboli di tale virtù, ossia l’abitudine a una sincera riservatezza e una morigerata semplicità.
Nella scultura di Crocetti, la mano alzata verso il volto è anche espressione dubbio, tipico delle predizioni delle sibille, ma la figura femminile del maestro abruzzese ha una peculiarità che l’allontana dalle antiche profetesse: non ha fascino nascosto e sfuggente, non è eterea e togata; è una donna dalla bellezza corporea, seminuda, che porta i capelli raccolti in un acconciatura casuale: il suo aspetto sembra suggerire una capacità di predire il futuro non per divinazione, ma per esperienza degli atteggiamenti sociali comuni.