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Modella in riposo

Modella in riposo

bronzo

146 x 96 x 38 cm

1966

n. inv. 45

Nella sua lunga carriera, spesso Venanzo Crocetti riprese composizioni precedentemente ideate per trasformarle in qualcosa di completamente diverso. In particolare, la figura della donna assisa, accoccolata su se stessa, era già stata utilizzata nel 1946 per Ragazza seduta (n. inv. 24) e nella Allieva di danza in riposo del 1959 (n. inv. 31). L’intima sensualità della prima, così come la rigida compostezza della seconda, nella Modella in riposo lasciano spazio a un’espressione più consapevole e usuale, frutto di una evidente abitudine alla stessa posa, per cui l’unico intento non è né la fascinazione di chi guarda né una attenta pausa dall’esercizio fisico.
I modelli classici da cui Crocetti avrebbe potuto studiare la postura sono molti, dalla Ninfa Spinaria degli Uffizi (I sec. a.C.) alla versione tardo-manierista conservata presso il Museo del Giardino di Boboli (1590-1610), ma forse il riferimento più diretto è con lo scultore Lorenzo Bartolini, che all’inizio del XIX secolo si allontanò dalla gelida tradizione scultorea neo-classica per una trattazione più espressiva della materia litica: in particolare, il calco in gesso della Ninfa Arnina conservato presso il Museo Civico di Prato (1825) sembra costituire il prototipo per la grazia della fanciulla di Crocetti, ammodernato da un completo accavallamento delle gambe e dalla scelta di prediligere un solo piano d’osservazione voltando busto e viso dallo stesso lato d’osservazione.
Una fusione identica ma di dimensioni più piccole (69 cm. di altezza) è conservata in una collezione privata in Giappone.