“Le ore che trascorro al giardino zoologico son le più belle. Gli animali sono maestri di vita; mi danno la sensazione ch’essi desiderano aiutarmi a disegnare. A stare con gli animali si apprendono infinite cose che possono essere rapportate direttamente con la natura dell’uomo.”
Adora la regale flessuosità delle bestie, Crocetti, specie quella di tigri e leonesse. In esse vede potenza e armonia, ritmo, magnifico ingranaggio rotatorio, sincronia perfetta. Ne è innamoratissimo fin dal 1929 quando, scovando per caso un bando per partecipare alla ≪Mostra Nazionale dell’Animale nell’Arte≫ promossa proprio dal Giardino Zoologico di Roma (e poi vinto), decide di iscriversi e di studiare gli amati felini. Una tigre, in particolare, lo incanta, anche se in seguito sarebbero stati i ≪progetti Leonessa≫ ad affascinarlo maggiormente.
Dietro di loro Crocetti vede la perfezione del triangolo, l’amata geometria delle tensioni in fuga che ricompone plasticamente l’unita dinamica; nella mistica contemplativa assegnata al furore ardente della bestia si acquatta lo slancio divino della Creazione.
Gli studi delle leonesse in movimento, ferite, in lotta o con le prede sono presenti nella produzione artistica di Crocetti dagli anni ‘30 fino agli anni ‘90.