Giovane cavaliere della pace. Studio nr. 8
carboncino e gessetto
69 x 49 cm
1987
n. inv. 142
Nel 1988, la grande scultura del Il Giovane Cavaliere della Pace, partì dal Giappone per essere esposta in molteplici Stati di vari continenti (oltre alla penisola nipponica, anche Stati Uniti d’America, Svizzera, Russia), per rappresentare simbolicamente la raggiunta pacificazione dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima della realizzazione dell’opera, Crocetti realizzò numerosi bozzetti su carta: in questo foglio, lo studio volumetrico si concentra sul retro della composizione: il cavaliere e il cavallo sono ritratti di tre quarti verso la destra dello spettatore con il dorso in primo piano.
La mitezza dei due protagonisti è ben evidente nel gesto del cavallo di chinare il muso per brucare e del suo padrone che si piega leggermente per osservare i movimenti dell’animale: questa calma è emblematica, poiché ci si può permettere di ruminare e di riposare soltanto se non si ha l’imminenza o la paura dell’attacco nemico. Quello in cui vive il cavaliere di Crocetti, dunque, è un mondo pacificato.
La capacità di modellazione del maestro abruzzese è già completamente palesata in questi bozzetti di studio: la sua capacità disegnativa è straordinaria nel cogliere la volumetria del modellato, attraverso l’impostazione di luci e ombre che sottolineano le linee concave e convesse proprie della composizione tridimensionale.