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Donna al fiume

Donna al fiume

bronzo

123 x 138 x 50 cm

1962

n. inv. 29

Quasi tre decenni dopo aver eseguito Fanciulla al fiume, Crocetti torna sulla medesima composizione per studiare la forma essenziale di quell’equilibrio anatomico, arrivando a un risultato plastico totalmente differente. Per chi conosce il catalogo del maestro di Giulianova, questa prova può sembrare sin troppo astratta, in considerazione della ricerca realistica e formale che sempre scandì il lavoro dello scultore. Se, infatti, il tronco e le gambe di questa figura femminile sono mutuate dall’osservazione mimetica della realtà, il collo e la testa tradiscono l’inclinazione alla stilizzazione, un’astrazione modernista che solo superficialmente potrebbe essere intesa come volontà di adesione alle tendenze artistiche della seconda metà del XX secolo.

In verità, la testa a uovo, simile a un manichino, e il collo derivato da un elemento tubolare tronco-conico, sono espressione di una ricerca anatomica che privilegia l’equilibrio plastico annullando l’introspezione desumibile dall’attenzione alla ricerca espressiva, scelta che permette di concentrare l’osservazione soltanto sulla costruzione gestuale e delle membra. Questa scelta tardo-metafisica, così come la interpretò Floriano De Santi, mette in risalto il finissimo equilibrio delle gambe e della schiena inarcata su di esse, e riflette l’aspirazione di Crocetti alla completezza della forma anatomica, pur nell’incompiutezza del volto.

Esiste un prototipo di questa figura, eseguito tra il 1960 e il 1962, modellato per il solo tronco e l’innesto delle gambe, senza l’inserimento della testa. Nei depositi del Museo Crocetti, inoltre, si conserva una scultura assai simile per la medesima soluzione della testa a uovo e del collo tronco-conico lasciati senza alcun’altra identificazione: in questa tarda versione, che mostra la stessa postura del busto e delle braccia, la figura femminile è accovacciata sulle gambe piegate.