Vai ai contenuti della pagina Vai al pié di pagina
La ballerina del circo

La ballerina del circo

bronzo

222 x 44 x 52 cm

1964

n. inv. 36

La Ballerina del circo si erge rigogliosa e perfetta su un finissimo equilibrio di cerchi concentrici che sembrano reggere prodigiosamente il suo peso. L’atteggiamento è fiero, le membra dritte ma rilassate, come se quella posizione in bilico fosse naturale. Eppure non è così, e l’evidente discrepanza tra i volumi pieni del corpo della donna e la leggerezza dei sottili cerchi che la sorreggono è la chiave di lettura per intendere la raffinata composizione.

La superficie su cui i piedi della ballerina si poggiano è striminzita, tanto che le punte escono al di fuori, e precariamente fissata sopra quel groviglio circolare che racchiude il vuoto. Imperterrito lo sguardo della donna è fisso sull’orizzonte, ma quella naturalezza con cui dimostra di rimanere in equilibrio è soltanto apparenza che mal cela la rigidità del collo e della schiena, il divaricare i piedi per ottenere un appoggio più stabile.

È la condizione umana in continua tensione tra intuizione dell’equilibrio perfetto ed evidenza materica dei limiti che ancorano al terreno, tra volontà di leggerezza nel sogno di volare e il bisogno di consistenza, di quella pesantezza che rende sicuro il passo incerto. La fissità della Ballerina del circo, le sue forme quasi geometriche, evocano le parole di Rainer Maria Rilke su quei viandanti che precipitano “su questo perduto tappeto della valle del mondo” (Angelo: La quinta elegia, 1922).