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Bacco

Bacco

bronzo

69 x 28 x 27 cm

1956

n. inv. 187

L’antico Dioniso nella mitologia greca, colui che salvò Arianna dalla disperazione di essere stata abbandonata dall’eroe Teseo e la sposò rendendola immortale, era la divinità del vino e del buonumore, della fascinazione mutevole che rende manifesta l’agitazione della propria anima.

La versione di Crocetti sembra trarre ispirazione dall’antica scultura del Dioniso detto Richelieu, copia romana in marmo da un originale del 300 a.C. attribuito a Prassitele (Parigi. Museo del Louvre): in entrambe le sculture, infatti, la divinità sembra invitare l’osservatore a unirsi al banchetto offrendo una coppa di libagioni. Inoltre, la posizione chiastica del Bacco dell’artista abruzzese, che alterna le membra opposte inferiori e superiori in tensione e rilassamento, costituisce il cardine delle teorie anatomiche sviluppate nell’antica Grecia ed enunciate nel Canone dello scultore Policleto. Differentemente dall’esemplare antico, però, la scultura di Crocetti rappresenta un uomo adulto la cui muscolatura sembra appartenere più a un individuo comune che a un dio olimpico; se la perfezione estetica scandisce la scultura classica, la contiguità alla realtà quotidiana è il canone dell’arte moderna, cui Crocetti declina la propria conoscenza e osservazione dei grandi maestri del passato.

Della scultura esiste un altro esemplare conservato presso una collezione privata di Teramo (De Santi De Santi 2001, n. 14).