Dinamica e quasi sguaiata è la composizione di due figure che riprende il mito delle antiche feste romane in onore di Bacco, divinità del vino e degli epicurei piaceri, che culminavano in riti orgiastici. Come in tante altre scenette di piccolo formato eseguite in varie epoche da Crocetti, anche questa narrazione suggerisce ben oltre ciò che manifesta: la figura femminile è ben ancorata all’uomo che la porta sulle spalle, probabilmente grato di aver trovato una compagna di follia; l’incedere veloce, nonostante lo sforzo, palesa energia di vivere, la stessa della compagna assisa sulle sue spalle che continua a giocare con la testa di lui.
Apparentemente, la composizione è molto lontana dalle rappresentazioni dei baccanali, eppure, anche in questo caso, la figurazione di Crocetti si avvicina a un’invenzione del passato: nell’incisione del Baccanale con Sileno (1458-1490, bulino e puntasecca su carta, Chatsworth, collezioni ducali), Andrea Mantegna aveva già posto, sulla parte sinistra della composizione, il motivo analogo dell’uomo che porta sulle spalle una donna, con lo stesso gusto al contempo giocoso e allusivo. Nel gruppo scultoreo, però, questa messa in scena che simula una sorta di rapimento consenziente diventa più dinamica, nell’urgenza di trovare un’alcova di fortuna.
Inedita